“La profezia di Celestino” di James Redfield

La profezia di Celestino è un romanzo che ha riscosso un notevole successo vendendo migliaia di copie negli Stati Uniti e nel mondo. Si tratta di una storia avventurosa dai risvolti “spirituali”, ma l’impressione nel leggerla è stata di un intreccio troppo semplicistico e di scarso realismo.

ames redfield

Al protagonista giunge voce di un antico e misterioso manoscritto rinvenuto in Perù e decide di recarvisi per scoprire di cosa si tratta. Qui apprende che il governo peruviano nega la sua esistenza e vuol distruggere tutte le traduzioni in circolazione, aiutato dalla gerarchia cattolica, che teme possa minare la religione tradizionale. Tuttavia il protagonista non fa che imbattersi in persone che da diversi anni lo leggono, lo studiano e lo rispettano come un vero testo sacro. Ed è piuttosto strano che nessuno di questi personaggi abbia mai pensato di faxare il testo ai giornali mondiali per divulgarne il contenuto…
Il manoscritto, redatto da qualche indigeno maya del 600 a.C. in aramaico (la lingua degli antichi ebrei!), contiene ben 9 illuminazioni, che vanno dal significato delle “coincidenze”, fino al controllo dell’energia dell’universo (qualcosa che ricorda la forza jedi di Guerre Stellari). Purtroppo il contenuto di questo manoscritto non viene mai riportato testualmente dall’autore, ma è solo raccontato e illustrato dai vari personaggi che lo hanno letto. Nelle illuminazioni, si predice il Medioevo, il Rinascimento, si parla di evoluzione del cosmo e delle specie, di psicologia individuale e di traumi infantili… costruendo una vera opera saggistica sul senso della vita! Decisamente notevole per un indigeno dell’epoca… E non viene mai spiegato come sia stato possibile tradurre dall’aramaico un testo di questa complessità, né come si possa essere sicuri dell’autenticità della traduzione…
la profezia di celestinoMa la cosa più sorprendente è che tutti i personaggi coinvolti nella storia, inclusi alcuni studiosi, si occupano solo del contenuto del testo, applicandosi negli esercizi spirituali indicati e dedicandosi alla propria “evoluzione”, senza curarsi minimamente del valore storico del reperto o del mistero archeologico che racchiude!
Inoltre vi sono diverse situazioni poco probabili e infantili: personaggi che assumono decisioni sulla base di sogni o di desideri improvvisi, perché così insegna il manoscritto, personaggi che si perdono nella jungla e si rincontrano in continuazione, come se il Perù fosse un piccolo paese, e che si interrogano sui significati “nascosti” di questi incontri, personaggi che diventano invisibili, perché la “vibrazione” spirituale delle proprie molecole raggiunge livelli molto alti…
La carenza di realismo del romanzo deriva evidentemente dal fatto che l’autore non è interessato alla trama della storia, ma unicamente alla illustrazione della propria filosofia, e quindi tutte le vicende del romanzo servono solo per offrirgli spunti di considerazioni morali. Perfino la breve storia d’amore del protagonista con una giovane donna, dopo brevi momenti si perde, senza alcuna conclusione.
Se vi è sicuramente qualcosa di affascinante in alcune riflessioni filosofiche, il risultato complessivo è tuttavia solo una favola in stile new age, con molti buoni sentimenti, ma con una struttura decisamente troppo leggera
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