Errori Evangelici: magistero
Credere che i Vangeli siano ispirati da Dio è una legittima questione di fede. Tuttavia è singolare che la Chiesa si sia sempre mostrata diffidente verso una loro divulgazione pubblica e che le prime traduzioni della Bibbia in lingua “volgare” risalgano solo al secolo XIII.
Alla base di questo atteggiamento vi era probabilmente il timore che leggendo liberamente la Parola di Dio i fedeli potessero mettere in dubbio la sua autenticità. I Vangeli presentano numerosi errori e contraddizioni, difficilmente attribuibili ad una ispirazione superiore, e tali da porre in dubbio la storicità dei fatti che narrano.
Degli autori dei Vangeli (MARCO, MATTEO, LUCA, GIOVANNI) si conosce quasi nulla. I testi ci sono giunti in lingua greca, redatti in un’epoca lontana dai fatti narrati, e per un pubblico diverso da quello della Palestina. I primi tre sono chiamati SINOTTICI, in quanto la loro struttura narrativa è essenzialmente identica, mentre il quarto, quello di GIOVANNI, è più tardo e risulta assai diverso. A questi vanno aggiunti gli ATTI DEGLI APOSTOLI, redatti da Luca.
Far andare d’accordo queste “parole” di Dio è stato finora il principale compito dei teologi.
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La nascita di Gesù
- L’infanzia di Gesù è narrata solo dai Vangeli di MATTEO e LUCA, con alcune difformità. Secondo MATTEO, Gesù nacque sotto Erode il Grande (che morì nel 4 a.C.) nella propria casa di Betlemme. Secondo LUCA nacque durante il censimento della Giudea (ordinato dal governatore di Siria Quirino, nel 7 d.C.) in una grotta vicino Betlemme, poiché i genitori, originari di quella città ma residenti a Nazareth, non avevano trovato ospitalità (a quei tempi tuttavia i cittadini dichiaravano i loro redditi presso gli uffici fiscali della città dove vivevano, e in ogni caso solo i capifamiglia dovevano presentarsi). Sebbene Gesù provenisse dalla Galilea, gli evangelisti cercano evidentemente di collegarlo, con percorsi tortuosi, alla città di Betlemme, nella quale, secondo la tradizione, sarebbe nato il Messia.
- Secondo MATTEO, appena nato Gesù fu adorato dai re Magi (personaggi di cui non si conosce nulla), secondo LUCA fu adorato da pastori. La presenza di buoi o asini al momento della nascita è taciuta da entrambi, e deriva da tradizioni apocrife. Il Vangelo apocrifo dello PSEUDO-MATTEO, peraltro, nel riferire l’evento si riferisce ad una profezia di ABACUC (3,2), che era stata tradotta erroneamente con “Ti farai conoscere in mezzo a due animali”, mentre significava “tra due epoche”.
- Se LUCA fa nascere Gesù in un contesto sereno e pacifico, MATTEO dipinge un contesto drammatico, con la Strage degli Innocenti ordita da Erode, e la fuga in Egitto della famiglia di Gesù. Questa strage fornisce un espediente per giustificare il ritorno di Gesù dall’Egitto, secondo la profezia di OSEA 11,1: “Quando Israele era giovinetto, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio”. Ma l’evangelista compie un errore interpretativo in quanto la citazione si riferiva alla liberazione degli ebrei dall’Egitto.
- Nessuna fonte storica conferma l’episodio della Strage degli Innocenti di MATTEO. Se Erode fece uccidere alcuni suoi figli per motivi legati alla successione, questo non dovrebbe presentare legami con la storia di Gesù.
La genealogia di Gesù
- Sia MATTEO che LUCA descrivono la genealogia di Gesù (o per l’esattezza quella di Giuseppe, che era il suo padre ‘putativo’) per accreditargli una discendenza regale dal re Davide, ma singolarmente i nomi e il numero degli ascendenti non corrispondono. Quella di LUCA arriva addirittura fino ad Adamo, dimostrando di considerare questo personaggio come ‘storico’. In MATTEO il numero degli ascendenti è 42, in LUCA 56. Ciò in quanto le due genealogie sono state composte secondo in numero 14 della cabala ebraica, di cui esse dovevano essere multipli: MATTEO moltiplica questo numero per 3, LUCA per 4.
- La discendenza regale di Gesù contrasta palesemente con il tenore di vita modesto della sua famiglia e coi suoi umili natali.
- Il dogma della nascita verginale di Gesù si fonda su un passo del libro di Isaia, che aveva profetizzato: “Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.” Ma i primi traduttori della Bibbia ad Alessandria d’Egitto, forse sotto l’influenza dei miti solari (la dea Iside, ‘vergine’ madre di Horus), avevano tradotto il termine ha-almah che significa “fanciulla”, con “vergine”, aprendo la strada alla leggenda della verginità della Madonna (il caso di dire, un errore madonnale). Del resto il più antico evangelista, MARCO, non accenna a questo evento, e in LUCA, quando Giuseppe e Maria ritrovano il loro bambino che predica nel tempio, rimangono stupiti e non comprendono le sue parole (2,48), come se non sapessero della sua nascita miracolosa. Anche le due genealogie, riferite a Giuseppe e non a Maria, suggeriscono che l’idea del concepimento divino possa essere successiva (LUCA 3,23 dice che Gesù “era figlio, come si credeva, di Giuseppe”). Il dogma della “sempiterna verginità” di Maria (ante partum, in partu, post partum) si sviluppò successivamente, sul finire del 300.
- I Vangeli sostengono esplicitamente che Gesù aveva dei fratelli e delle sorelle (era il “primogenito”, precisa LUCA, 2,7), ma questo elemento è stato messo in ombra dalla Chiesa, in quanto contrastante con la verginità di Maria. Sorprende che della famiglia di Gesù nessuno lo abbia seguito nella sua predicazione, e addirittura GIOVANNI arriva a dire che “nemmeno i suoi fratelli credevano in lui” (7,5). Gli evangelisti conoscevano dettagli della sua nascita che perfino la sua famiglia ignorava?
La Galilea
- MATTEO racconta che, al ritorno dall’Egitto, Gesù “andò ad abitare in una città chiamata Nazareth, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: «Sarà chiamato Nazareno»” (2,23). Tuttavia una simile profezia non esiste. Inoltre, gli storici non hanno trovato prove dell’esistenza di questa città ai tempi di Gesù. L’espressione usata dai testi più antichi è semplicemente “Gesù nazareno”, o “nazoreo” (es. ATTI DEGLI APOSTOLI 6,14; 24,5), termine che deriverebbe dall’aramaico nazir, ossia “consacrato a Dio”, e che potrebbe aver indotto in errore il primi traduttori. Il riferimento alla città di Nazareth nascerebbe quindi da un equivoco, anche perché le descrizioni della città sono palesemente errate. Sebbene si trovi in pianura, LUCA la colloca in cima ad una montagna: “Lo cacciarono fuori della città e lo condussero al ciglio del monte sul quale la città era situata” (4,14ss). Sebbene disti dal lago Tiberiade 40 km, MATTEO la situa in riva al mare: “Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare” (13,1).
- Anche la topografia della Galilea è inesatta. Gesù cammina sulle acque di un mare (MATTEO 14,22, MARCO 6,45, GIOVANNI 6,23) che in realtà è un lago (il lago di Genèsaret, detto di Tiberiade). MARCO presenta Gesù che attraversa Sidone lungo il suo cammino da Tiro al mare di Galilea (7,31), mentre Sidone è nella direzione opposta. La capitale della Galilea, Sefforis, a soli sei chilometri da Nazareth, non viene mai menzionata nei quattro Vangeli.
- La “regione dei Gerasèni”, dove secondo MARCO e LUCA (5,1; 8,26) avviene l’incontro con l’indemoniato, diventa il “paese dei Gadarèni” in MATTEO (8,28). Inoltre Gerasa o Gadara non è in riva al mare come viene detto. In questo luogo, per volontà di Gesù, duemila maiali di un allevamento si buttano da un dirupo, ma a quei tempi non si allevavano maiali in Palestina, perché erano considerati ‘immondi’.
L’inizio del magistero
- I Vangeli di MARCO e di MATTEO (1,11; 3,17) raccontano il battesimo di Gesù ad opera di Giovanni Battista con la voce del Signore dal cielo che dice: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”. La frase si riferisce ad un passo di Isaia, che però non parlava di “figlio”, bensì di “eletto” (ISAIA 42,1: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio”). Anche questo elemento suggerisce che l’idea della filiazione divina si sia sviluppata successivamente.
- La versione secondo cui Giovanni Battista riconobbe Gesù come Messia contrasta con il fatto che il Battista non si unì mai al gruppo di Gesù e non divenne mai suo discepolo.
- Secondo LUCA, Gesù avrebbe iniziato il suo magistero “nel quindicesimo anno dell’impero di Tiberio Cesare” (3,1), quando aveva “circa trent’anni” (3,23). Ma Tiberio divenne imperatore nel 14 d.C. e il quindicesimo anno del suo impero fu nel 29 d.C. Se Gesù fosse nato nel 7 d.C., come lo stesso evangelista suggerisce, in quel tempo avrebbe avuto ventidue anni. Lontano dagli eventi, l’evangelista commette un evidente errore di calcolo.
- Secondo LUCA la predicazione di Gesù durò in tutto tre anni. Secondo MARCO e MATTEO due. Secondo GIOVANNI uno. Nei Vangeli SINOTTICI (MARCO, MATTEO, LUCA) Gesù si reca una sola volta a Gerusalemme, nel quarto i viaggi diventano tre.
Gli apostoli
- L’identità degli apostoli che seguirono Gesù e che furono testimoni dei suoi miracoli non è ben definita nei quattro Vangeli; ed alcuni nomi, come Andrea e Filippo, sono stranamente greci. MARCO e MATTEO nominano un certo Taddeo, che è ignorato da LUCA, che cita invece un certo Giuda di Giacomo. GIOVANNI riduce il loro numero da 12 a 9, ignorando Giacomo di Alfeo, Giuda di Giacomo, Taddeo, Bartolomeo, Matteo e Simone Zelota, e inserendo un certo Natanaele di Cana, oltre ad un discepolo “prediletto”, di cui non rivela l’identità (lo stesso evangelista o Lazzaro o Giuseppe d’Arimatea?).
- I SINOTTICI datano il reclutamento degli apostoli 40 giorni dopo il battesimo di Gesù (dopo le tentazioni nel deserto e l’arresto di Giovanni Battista), e lo situano lungo le rive del mare di Galilea (il lago Genèsaret, come precisa LUCA, che lo colloca più avanti nel tempo, dopo le predicazioni a Nazareth e Cafàrnao). Il Vangelo di GIOVANNI lo anticipa invece al giorno successivo al battesimo di Gesù, sul fiume Giordano (per tramite proprio di Giovanni Battista).
- Alcuni discepoli presentano appellativi di difficile identificazione. Tommaso detto Didimo è il caso più interessante, in quanto sia “Tommaso” che “Didimo” significano la stessa cosa, “gemello” (thomas in ebraico, didimos in greco). E non è chiaro questo “Gemello detto Gemello” di chi fosse gemello, e quale fosse il suo vero nome.
La predicazione
- MATTEO presenta il famoso “sermone della montagna” come tenutosi appunto su una montagna (5,1: “Gesù salì sulla montagna”), laddove LUCA lo fa tenere, curiosamente, in un luogo pianeggiante (6,17: “Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante”).
- Il famoso anatema per i ricchi: “E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli” (MATTEO 19,24; LUCA 18,25) è una metafora difficile da immaginare. La parola aramaica che sta per cammello è kàmelos, ma esiste una parola simile, kàmilos, che vuol dire “grossa fune”. Probabilmente vi fu un errore di traduzione del termine, e il senso della frase era questo: “E’ più facile che una grossa fune passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli”.
- La parabola di Gesù: “Il regno dei cieli si può paragonare ad un granellino di senape, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande egli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano tra i suoi rami” (MATTEO 13,31), dimostra che l’autore non aveva mai visto una pianta di senape e credeva fosse un albero (si tratta invece di un arbusto che raggiunge al massimo un metro di altezza).
- Nei SINOTTICI a Gesù viene data una moneta per scoprire se incitava gli ebrei a non pagare le tasse a Roma. Su di essa vi era l’effige di Cesare, e Gesù risponde: “Date a Cesare quel che è di Cesare”. Ma una moneta raffigurante il volto di Cesare venne coniata solo molto tempo dopo e non fu mai distribuita in Giudea (in quei luoghi era tabù la riproduzione dell’immagine umana e i romani vi coniavano apposite monete prive di effige).
- Gesù espone le sue idee sul matrimonio: “Chi ripudia sua moglie e ne sposa un’altra commette adulterio riguardo alla prima. E se una donna ripudia suo marito e ne sposa un altro, commette adulterio” (MARCO 10,11-12). Ma la legislazione giudaica non ammetteva la possibilità di ripudio da parte delle donne (la frase deriva chiaramente da un ambiente romano).
- GIOVANNI narra di un clero giudaico che decide di lapidare un’adultera a morte (8,5), quando il Gran Sinedrio, la corte suprema giudaica, aveva già abolito la pena di morte per questo reato.
I miracoli
- LUCA presenta Gesù che compie il miracolo della “pesca miracolosa” nel suo primo incontro con Simon Pietro (5,1-10), mentre GIOVANNI glielo fa eseguire nel loro ultimo incontro (21,3-8).
- La guarigione di un cieco nel Vangelo di MARCO diviene la guarigione di due ciechi in MATTEO (il cieco era Marco o Matteo ci vedeva doppio?). Da MARCO a MATTEO, anche gli indemoniati raddoppiano.
- Lazzaro risorge solo nel Vangelo di GIOVANNI, mentre nei SINOTTICI a risorgere è la figlia di Giairo (singolare che il più grande miracolo di Gesù sia narrato solo da GIOVANNI).
- L’episodio della trasfigurazione di Gesù sul Monte degli Olivi (Gesù che parla Mosè ed Elia in una aureola di luce, in presenza di Simone, Giacomo e Giovanni) è narrato solo nei SINOTTICI, i Vangeli più antichi e legati ai personaggi ebraici, ma non da GIOVANNI, il più “greco”, che però era l’unico evangelista presente alla scena.
- Una confutazione dei miracoli di Gesù si trova negli stessi testi: “Sorgeranno infatti dei falsi cristi e falsi profeti e faranno portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti” (MATTEO 24,24). “E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità” (MATTEO 13,58).
Le profezie
- Piuttosto incautamente, Gesù aveva avvisato che per riconoscere un profeta bisogna giudicare dai suoi frutti, ossia vedere se le sue profezie si avverano. In MATTEO annuncia: “Gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte… Vedranno il Figlio dell’uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria… quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte. In verità di dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada” (24,29ss). E ancora: “In verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo” (10,23); “Vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell’uomo venire nel suo regno”(16,28). Anche in MARCO precisa: “Non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute” (13,36). Simili profezie tradiscono, da parte degli evangelisti, una visione temporalmente limitata della storia umana (come altri messaggi: “non affannatevi per il domani”, o i riferimenti al “secolo futuro” e non ai “secoli futuri” di MATTEO 12,32).
- In LUCA Gesù annuncia il destino infausto di Gerusalemme, che nel 70 d.C. fu distrutta dall’esercito romano: “Abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra” (19,43), ma i Vangeli sono databili dopo questo evento.
- “Quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele” (MATTEO 19,28). Gesù annuncia agli apostoli il loro futuro di giudici celesti, ma dimentica che Giuda Iscariota lo tradirà e gli apostoli rimarranno in undici (qualcuno avrà un doppio incarico?). Anche da questo si può vedere la dimensione temporalmente limitata dei Vangeli: le dodici tribù di Israele non esistono più.
- Gesù lancia delle invettive contro i sacerdoti, accusandoli di aver versato il sangue “di Zaccaria, figlio di Barachia, che avete ucciso tra il santuario e l’altare” (MATTEO 23,35). Ma, come risulta dalla Cronache (2CR 24,17ss), lo Zaccaria ucciso dai sacerdoti nel tempio era figlio di Ioiadà e non aveva nulla a che vedere con lo Zaccaria figlio di Barachia, il famoso profeta (ZAC 1,1).
- I Vangeli, infine, prevedono le persecuzioni dei discepoli (già in atto al momento in cui furono redatti), ma tacciono sui grandi eventi futuri: il ruolo dell’imperatore Costantino, la Santa Inquisizione, le crociate, ecc.
Pensieri confusi
- In GIOVANNI Gesù dichiara: “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui” (3,17). Successivamente cambia idea: “Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio” (5,22). Poi rettifica: “Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno” (8,15). Infine chiarisce: “Io sono venuto in questo mondo per giudicare” (9,39). In sintesi: “Non giudicate, per non essere giudicati” (MATTEO 7,11). La chiarezza prima di tutto.
- Sempre in GIOVANNI: “Nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio” (6,65). Tuttavia: “Nessuno viene al Padre mio se non per mezzo di me” (14,6). Un cane che si morde la coda.
- “Chi non è contro di noi, è per noi” (MARCO 9,40). Sebbene: “Chi non è con me, è contro di me” (LUCA 11,23). Mettiamoci d’accordo…
- “Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio” (MATTEO 5,9). Quindi: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada” (MATTEO 10,34ss). Ripensandoci: “Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri” (MARCO 9,50). Ma per sicurezza: “Chi non ha una spada, venda il mantello e ne compri una” (LUCA 22,36).
- “Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori” (MATTEO 5,44). Di conseguenza: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” (LUCA 14,26).
- “A chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha” (LUCA 19,26). Eppure: “Gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi” (MATTEO 20,16).
- In MATTEO, Gesù maledice le città che non si sono convertite alla sua predicazione (11,20), in LUCA rimprovera i discepoli che volevano maledire una città per lo stesso motivo (9,51). In MATTEO Gesù invita gli apostoli a predicare soltanto ai giudei evitando i samaritani (10,5; 15,27), in LUCA valorizza la bontà dei samaritani (10,30; 17,16).
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Fonti bibliografiche:
– La Bibbia di Gerusalemme, EDB, 1974;
– I Vangeli Apocrifi, Einaudi Tascabili, 1990;
– La Bibbia apocrifa, Massimo, Milano, 1990;
– Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, Mondadori, 1995;
– Giuseppe Flavio, Storia dei Giudei, Mondadori, 2002;
– Voltaire, Dizionario filosofico;
– Ernest Renan, Vita di Gesù, Newton Compton editori, 1994;
– Ambrogio Donini, Storia del cristianesimo, ed. Teti, Milano, 1997;
– Luigi Cascioli, La favola di Cristo;
– Jacopo Fo, Laura Malucelli, Gesù amava le donne e non era biondo, ed. Nuovi Mondi, 1999;
– Chiristopher Knight e Robert Lomas, La chiave di Hiram, Oscar Mondadori, 1997;
– Graham Phillips, Il mistero del sepolcro della Vergine Maria, Newton-Compoton editori, 2000;
– Keith Laidler, Il segreto dell’Ordine del tempio, Sperling & Kupfer, 2001;
– Michael Baigent, Richard Leigh, Il mistero del Mar Morto, il Saggiatore, 2000;
– Giuseppe De Cesaris, Congiunzioni Giove-Saturno e Storia Giudaico-Cristiana, keybooks, 2001.